• RON MUECK IN TRIENNALE: L’IPERREALISMO DELL’ARTISTA AUSTRALIANO •
La Triennale di Milano si è trasformata in una cornice suggestiva per la prima personale italiana di Ron Mueck, uno degli scultori contemporanei più maniacali e influenti del nostro tempo. La mostra rappresenta un affascinante dialogo tra le opere di Mueck e l’architettura della città, esplorando sia le recenti sperimentazioni plastiche dell’artista che i capolavori iperrealistici che lo hanno reso celebre nel corso degli anni.
Scopriamo insieme chi è questo artista, qual è il suo stile e quali sue opere potrete trovare in mostra alla Triennale.
Chi è Ron Mueck?
Hans Ronald Mueck, noto come Ron Mueck, è un artista e scultore australiano di discendenza tedesca, nato a Melbourne nel 1958. La sua produzione artistica è strettamente legata all’iperrealismo e si caratterizza per la realizzazione di sculture straordinariamente realistiche realizzate in materiali come polivinilici, resine e altri materiali vari. Le sue opere sono state esibite in prestigiose istituzioni artistiche in tutto il mondo, tra cui la Biennale di Venezia, l’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, la Fondation Cartier di Parigi e la National Gallery di Victoria in Australia. Nel periodo tra il 2002 e il 2004, Mueck è stato artista associato alla National Gallery di Londra. Attualmente risiede e opera nella capitale del Regno Unito.
La personale di Ron Mueck alla Triennale di Milano
Mass (2017): gli imponenti teschi umani
Il fulcro della mostra è l’imponente gruppo scultoreo intitolato Mass (2017), composto da cento enormi teschi umani che si sovrappongono, creando un paesaggio oggettuale unico. Inizialmente concepita per la National Gallery of Victoria di Melbourne, Mueck ha presentato l’opera in una nuova veste, attingendo alla specificità degli spazi della Triennale. La disposizione dei teschi apre un dialogo stimolante tra scultura e spazio, contenuto e contenitore, serialità e unicità. Il bianco monocromatico, utilizzato per trattare le sculture, accentua la profondità e la dimensione personale di ciascuna figura, mentre il simbolismo intrinseco del teschio, icona universale della mortalità, aggiunge strati di significato alla composizione.
I teschi sono realizzati in 3D e poi stampati, quindi composti da materiale plastico. Prestate attenzione a ognuno di essi: noterete sempre un particolare diverso dagli altri, magari un dente scheggiato o una fronte più ampia. Queste differenze sono volute da Mueck come metafora della diversità degli esseri umani cui spetta il futuro. Tuttavia, il fatto che i teschi siano tutti senza mandibola è dovuto a un mero fattore pratico, legato all’allestimento e alla stabilità delle opere stesse.
This Little Piggy (2023-) e En Garde (2023): contrapposizioni e tensioni figurative
All’interno della mostra, vi imbatterete in due opere apparentemente contrastanti: This Little Piggy (2023-) e En Garde (2023).
La prima, di dimensioni più contenute, ritrae soggetti intenti a sgozzare un maiale, creando una scena di tensione corporea e al contempo richiamando elementi religiosi sacrificali. Mueck sfida il concetto di opere finite presentando per la prima volta alla Triennale un’opera in progress, suscitando domande sul suo sviluppo futuro.
Dall’altra parte, En Garde rappresenta un gruppo scultoreo imponente di tre cani stampati in 3D, privi di dettagli anatomici. La tensione illeggibile che attraversa i cani suggerisce una riflessione sulla complessa relazione tra l’uomo e gli animali, con emozioni velate e sfumate che richiamano l’intimo dell’animo umano.
La celebrazione dell’essenza umana nelle sculture di Ron Mueck
La seconda metà della mostra celebra l’abilità distintiva di Ron Mueck nell’esprimere l’essenza della vita umana attraverso la scultura. Opere come Baby (2000), In Bed (2005) e Woman with Sticks (2009) evidenziano la capacità dell’artista di scolpire forme perfette e sfumature cromatiche precise, creando una connessione viscerale tra lo spettatore e il soggetto raffigurato. La lettura delle opere di Mueck non è mai univoca, poiché le alterazioni delle proporzioni antropometriche sfidano i riferimenti reali, lasciando spazio a interpretazioni soggettive.
I documentari di Gautier Deblonde
La mostra è arricchita da due documentari di Gautier Deblonde, che offrono uno sguardo approfondito sul meticoloso processo creativo di Ron Mueck. Attraverso il silenzio monastico del suo laboratorio, i documentari rivelano l’ossessiva maniacalità e i lunghi tempi di produzione dell’artista, sottolineando il magnetismo e l’inquietudine che permeano tutto il suo corpus artistico.
La mostra personale di Ron Mueck alla Triennale di Milano si presenta come un’occasione unica per immergersi nell’universo iperrealistico e provocatorio delle sue opere. L’artista australiano continua a sfidare le convenzioni artistiche, catturando l’essenza stessa della vita umana attraverso la sua straordinaria abilità scultorea.
📍Triennale Milano – Cubo | Viale Emilio Alemagna 6, 20121 Milano (MI)
⏰ fino al 10 marzo 2024, tutti i giorni dalle 11.00 alle 20.00
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