• 7 MUSEI PARTICOLARI
DA VISITARE IN ITALIA •

All’interno del vasto panorama museale italiano ci sono delle collezioni davvero insolite e curiose, come quelle dei 7 musei particolari che troverai in questa guida.
Sapevi che c’è un museo dedicato ai banditi? E un altro, invece, che detiene la collezione di pompe di benzina più grande del mondo?
Segui il nostro consiglio e continua a leggere: ce n’è per tutti i gusti!

I 7 musei più particolari d’Italia

Museo della Bora (Trieste)

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Il Museo della Bora di Trieste è un minuscolo museo-laboratorio davvero unico e curioso. È tra i primi musei al mondo dedicati al vento e l’unico alla Bora, una delle caratteristiche più famose della città.
Collocato all’interno del Magazzino dei Venti, racconta attraverso opere, libri e oggetti di ogni genere uno dei principali fenomeni atmosferici, proponendo anche laboratori e iniziative. 
Il percorso espositivo si intitola “20 indizi per un museo”, una specie di indagine, una ricerca di prove sulla validità dell’idea museale. Il percorso numerato cerca di mettere ordine al disordine che appartiene naturalmente al tema del vento. La visita viaggia in due direzioni che si incrociano continuamente: “memoria” e “creatività”. Sono al contempo fruibili testimonianze interessanti del passato e le innovazioni sul tema. Se da una parte ci si può aggrappare alle celebri corde della bora (la memoria), dall’altra si può ascoltare una pubblicità radiofonica dell’agenzia Armando Testa dedicata proprio al museo (la creatività).
Anche il Magazzino dei Venti ha le sue collezioni, composte dall’Archivio dei Venti del Mondo: una bizzarra raccolta di venti in scatola. Al momento sono più di 130 i venti imbottigliati, inscatolati, impacchettati provenienti da quasi tutto il mondo. C’è poi la Collezione artistica: una piccola galleria del vento che contiene opere di artisti come Pascutto, Pastrovicchio e Pezzolato. Poi ancora l’Archivio di Silvio Polli: fotografie, pubblicazioni scientifiche, giornali, strumenti scientifici di uno dei più grandi studiosi del fenomeno. E infine curiosità di bora e di vento: reperti originali oppure creati ad hoc. 

Per approfondire: Il Museo della Bora di Trieste.

Museo della Figurina (Modena)

museo della figurina panini di modena

Il Museo della Figurina di Modena è un caso studio unico nel suo genere che merita di essere inserito nella nostra guida ai musei più particolari. Promuove e valorizza un patrimonio composto da migliaia di figurine, ma anche materiali affini per tecnica e funzione.
Il Museo è nato nel 1961 dalla collezione di Giuseppe Panini, fondatore dell’omonima azienda assieme ai fratelli Benito, Franco Cosimo e Umberto. Panini ha conservato non solo figurine prodotte dalla seconda metà dell’Ottocento, ma moltissimi altri materiali analoghi, nel tentativo di comprendere le origini e tutti gli aspetti ad essa legati.
Questa straordinaria collezione, è stata donata al Comune di Modena, città ritenuta sua sede naturale in quanto capitale mondiale della figurina moderna. A partire dal 2006, il Museo della Figurina è stato aperto al pubblico nella prestigiosa sede di Palazzo Santa Margherita. La collezione del museo oggi raccoglie oltre 500.000 piccole stampe a colori. La raccolta comprende anche materiali simili per tecnica e funzione come scatole di fiammiferi, bolli chiudilettera, carta moneta, menù, piccoli calendari e album. Circa 2.500 pezzi sono esposti nella sala museale, mentre i restanti si trovano presso l’archivio.

Per approfondire: Il Museo della Figurina di Modena.

Museo delle Pompe di Benzina (Tradate, VA)

musei particolari museo delle pompe di benzina

Questo museo conserva la più grande collezione al mondo (riconosciuta anche dal Guinness World Record) di pompe di benzina antiche, che vanno dal 1892 al 2001. Oltre 6000 pezzi tra grafiche, giocattoli e gadget legati al mondo dell’automobile e delle aree di servizio, ripercorrono 100 anni di Storia del Design, delle Automobili e dei Costumi.
Nato nel 1966 per volontà dell’imprenditore Guido Fisogni, è il frutto di oltre quarant’anni di lavoro e di ricerche, che lo hanno fatto diventare uno dei musei più particolari d’Italia. Fisogni era imprenditore specializzato nel settore, che nel corso degli anni ha raccolto migliaia di pezzi unici o rarissimi. La prima sede del museo infatti sono stati proprio i capannoni dell’azienda di Fisogni a Palazzolo Milanese. Successivamente, il museo si è trasferito nel 2015 nel signorile contesto di Villa Castiglioni a Tradate, di proprietà della moglie di Fisogni. 
Tra i pezzi più importanti della collezione si segnalano i distributori in stile Art Deco degli anni ’20 e ’30, le pompe di benzina con le ruote e il distributore personale di Mussolini disegnato da Marcello Piacentini, ma anche le pompe progettate da importanti designer come Marcello Nizzoli o Eliot Noyes, e le numerose grafiche pubblicitarie d’autore.

Per approfondire: Il Museo delle Pompe di Benzina Fisogni di Tradate.

Museo della Posta (Coronello dei Tasso, BG)

borgo di coronello del tasso

Il Museo dei Tasso e della Storia Postale racchiude la storia del piccolo borgo in cui è locato. Coronello dei Tasso è uno dei borghi più caratteristici e meglio conservati della Lombardia. La sua storia è legata alla famiglia dei Tasso, letterati e, secondo molti, iniziatori del servizio postale.
L’antica famiglia Tasso è conosciuta perlopiù grazie ai due grandi letterati Bernardo Tasso e suo figlio Torquato, autore della Gerusalemme Liberata. In realtà, può essere considerata una delle prime imprese multinazionali europee. Detenne, infatti, per secoli il monopolio del servizio postale tra l’impero tedesco e gli altri stati d’Europa.
Il Museo è articolato in quattro spazi espositivi, ognuno dei quali sviluppa e approfondisce la storia postale e la storia della famiglia Tasso. Qui, infatti, sono conservati numerosi documenti legati alla loro attività nella gestione dei servizi postali e, in generale alla storia postale.

Per approfondire: Il Museo dei Tasso e della Storia Postale.

Museo del Banditismo (Aggius, SS)

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Il Museo del Banditismo di Aggius racconta la storia di uno dei fenomeni di delinquenza più diffusi nell’Italia meridionale di un tempo. Il borgo, infatti, è stato l’epicentro del banditismo della Gallura per circa tre secoli, dal 1500 al 1800. 
Il territorio di Aggius ha visto nel corso di questi anni omicidi, agguati, furti di bestiame e danneggiamenti. Nel 1726, un rapporto delle autorità locali attribuisce ad Aggius il ruolo di paese leader nel traffico clandestino di cereali. Risale invece al 1766 il cosiddetto “pregone” del viceré Francesco Ludovico Costa. Il viceré minacciò la distruzione della villa di Aggius in quanto ritenuta “scandaloso ricovero e favore…di banditi e facinorosi”. Sul versante popolare, però, la figura del bandito veniva assimilata spesso a quella del diseredato, caduto in disgrazia per motivi d’onore e quindi meritevole di rispetto e protezione.
Ecco perché si è deciso di allestire un museo dedicato al banditismo senza correre il rischio di mitizzare la figura del fuorilegge. L’obiettivo del museo, semmai, è l’opposto: diffondere valori positivi per la costruzione di una mentalità che favorisca l’affermarsi della legalità e della moralità pubblica. Il museo è allestito non a caso nel palazzo della vecchia Pretura, situato nella zona più antica del paese.
Il percorso espositivo si articola in 4 sale che accolgono documentazione e oggetti che raccontano l’evoluzione del fenomeno nel tempo. In particolare una teca è dedicata al bandito aggese Sebastiano Tansu, “il Muto di Gallura” figura che ispirò l’omonimo romanzo di Enrico Costa.

Per approfondire: Il Museo del Banditismo di Aggius.

Museo delle Maschere Mediterranee (Mamoiada, NU)

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Il Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada sorge nel cuore della Sardegna, a una quindicina di chilometri da Nuoro. Attraverso la sua collezione racconta storie e tradizioni millenarie di feste e riti secolari, che accomunano varie civiltà antiche del Mediterraneo. Al suo interno è possibile immergersi completamente nella cultura carnevalesca sarda e mediterranea. 
L’esperienza nel Museo inizia con una sequenza di immagini, testi, musiche e suoni, che introducono il visitatore alle tradizioni di Mamoiada e del suo Carnevale. Si raccontano le origini e il significato dei Mamuthones e degli Issohadores, oltre alle numerose teorie che nel tempo hanno tentato di ricostruirne le origini. 
Dopo la Sala Multivisiva, si trovano la Sala del Carnevale barbaricino, dove sono esposte alcune delle più importanti maschere del centro Sardegna, e la Sala del Mediterraneo. Qui, in una ripartizione che distingue fra l’arco alpino, la penisola iberica e quella balcanica, sono presentate le immagini che ne raccontano i carnevali. Il filo conduttore sono le radici comuni fra le tradizioni carnevalesche dell’area mediterranea. 

Per approfondire: Il Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada.

Museo dello Spazzacamino (Santa Maria Maggiore, VB)

museo dello spazzacamino

Il Museo dello Spazzacamino, situato nel centro storico di Santa Maria Maggiore, è l’ultimo dei musei particolari della nostra lista.
Si tratta dell’unico museo in Italia dedicato a questo mestiere e conta ogni anno oltre 10mila visitatori. Ospitato in uno splendido edificio nel parco di Villa Antonia, il museo racconta la difficile esperienza di una figura professionale, che nel corso dei secoli ha scritto pagine intense della storia italiana. 
Il mestiere dello spazzacamino, tanto duro quanto indispensabile nella prevenzione degli incendi, risale al XIV secolo. La Valle Vigezzo, per la storia secolare legata a questa professione, fu spesso riportata nelle carte geografiche del Cinquecento come la “Valle degli Spazzacamini”. Da queste montagne, generazioni di emigranti spazzacamini partirono verso Francia, Germania, Austria ed Olanda facendo grossi sacrifici.
Il percorso espositivo si sviluppa su due piani. Al primo sono esposti gli strumenti, i vestiti e i mezzi legati alla professione dello spazzacamino nel corso del tempo. Al secondo, invece, è presente un percorso tra immagini e musiche che ripercorre la storia del mestiere. 

Per approfondire: Il Museo dello Spazzacamino di Santa Maria Maggiore.

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Articolo scritto in collaborazione con Simone Feneri di PROGETTO PELAGO

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